Il 16/12 scade il versamento dell’imposta: come mai è così alta?
La ragione, in breve, è che anche la rivalutazione del TFR è alta, perché l’indice ISTAT risente del tasso d’inflazione.
Aver lasciato il TFR in azienda, frutta infatti al dipendente (per il 2022) quasi un 10%.
Ad esempio, su 10.000 euro di TFR accantonato, quest’anno verrà maturata circa 1.000 euro di rivalutazione. Su questa rivalutazione, va calcolato il 17% di imposta sostitutiva.
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Sull’F24 delle paghe relative al mese di novembre e di gennaio di ogni anno, si trovano solitamente 2 codici tributi particolari: 1712 e 1713.
Con questi codici tributo, il datore di lavoro ottempera al versamento dell’imposta sostitutiva calcolata sulla rivalutazione del TFR.
Tante parole per dire una cosa semplice: aver lasciato il TFR in azienda è valso qualcosa al dipendente e su questo qualcosa (la rivalutazione appunto) il dipendente deve pagarci su un’imposta (sostitutiva).
👉Come si calcola questa imposta?
L’imposta è pari al 17% della rivalutazione e si versa in acconto (1712, versato il 16/12 pari al 90% del 17%) e a saldo (1713, versato il 16/02 dell’anno successivo, pari al rimanente 10%).
👉Come si calcola la rivalutazione? E perché quest’anno gli importi sono così alti?
Ogni anno di permanenza in azienda, (tranne il primo), il TFR accantonato in azienda viene rivalutato sulla base di un coefficiente composto da un tasso fisso dell’1,50% maggiorato di un tasso pari al 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo accertato dall’ISTAT. Questo coefficiente, pari all’indice ISTAT di dicembre di ogni anno, sarà noto solo verso metà del gennaio dell’anno successivo, quando verrà messo a disposizione dall’ISTAT.
Per poter ottemperare al versamento dell’acconto, tuttavia, l’indice ISTAT di dicembre viene calcolato in via provvisoria, prendendo a riferimento l’indice ISTAT di ottobre.
L’indice ISTAT di ottobre è pari a 9,01%, la proiezione su dicembre è del 9,27%.
Quindi se, ad esempio, un lavoratore ha accantonato in azienda 10.000 euro, a dicembre se ne ritroverà 927 in più!!
Importi così alti erano anni che non si vedevano, di solito eravamo abituati ad un tasso attorno al 2% (dal 2013 al 2020), solo nel 2021 era salito al 4,35%. Ma nel 2022, con l’inflazione a doppia cifra, ovviamente aumentano i prezzi e quindi anche la rivalutazione.
Ecco spiegata la ragione per cui l’importo dell’imposta sostitutiva sarà più alta.
Ovviamente, questo scenario porta ad una domanda:
👉si potrebbe obbligare il lavoratore a destinare il TFR alla previdenza complementare ed evitare che, lasciandolo in azienda, la stessa si debba sobbarcare (anche) dell’onere della rivalutazione in un periodo in cui anche le tasche delle aziende piangono?